Via Crucis con riflessioni sulla speranza: Cristo, Tu sei la nostra speranza!
Cristo, Tu sei la nostra speranza!
Via Crucis con riflessioni sulla speranza
La Via Crucis non è solo il cammino di sofferenza di un innocente condannato a morte sulla croce, ma è una via che il Figlio di Dio ha intrapreso volontariamente, con totale fiducia nel Padre e con speranza in Lui.
Quando Gesù ci invita a seguirlo, vuole che in ogni situazione della nostra vita ricordiamo la speranza che non delude, la speranza che è un dono di Lui.
“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.” (Vangelo secondo Matteo 11:28-29)
Ora percorriamo insieme questa via, riflettendo sulla speranza che Cristo ci dona, sulle tentazioni e i pericoli di cadere nella disperazione, e su come il Signore ci invita, seguendo il Suo esempio, a sopportare le difficoltà della vita.
1. Gesù accetta la condanna a morte
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Davanti a Ponzio Pilato, davanti al re Erode, davanti alla folla nel momento delle accuse ingiuste, Gesù mantiene la pace nel Suo cuore e accetta la condanna inevitabile.
Riflessione: Quando si diventa vittime dell’ingiustizia, del giudizio e del tradimento, si diventa vulnerabili alle forze del male che tentano di farci cadere nella disperazione, per poi, in questa situazione senza via d’uscita, distruggere la nostra vita. Così è successo a Giuda: ha commesso un’azione cattiva e, sebbene poi si sia pentito, è stato sopraffatto dai pensieri su coloro che lo avevano tradito, abbandonato e usato per un piano malvagio. Il peccatore si è chiuso in sé stesso, divorato dal proprio giudizio, e ha distrutto la propria vita nella disperazione.
L’esempio di Cristo, invece, condannato ingiustamente ma allo stesso tempo sereno e paziente, mostra che si può resistere a qualsiasi giudizio e calunnia, persino al tradimento, se si ha totale fiducia nel Padre, che non ci abbandona mai, ci conforta e ci dà la forza di sopportare ogni attacco del male. L’amore di Dio è una grande forza vitale!
Preghiera: Signore Gesù, hai accettato la condanna a morte senza lamentele né rancore, con pace nel cuore e fiducia nel Padre. Aiuta anche noi, quando siamo vittime di ingiustizia, giudizio e tradimento, a non cadere nella disperazione, ma ad affidarci a Te e sentire la Tua presenza. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
2. Gesù accetta la croce
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Gesù accetta la croce, si carica del peso dei nostri peccati. La accetta senza lamentarsi. La accetta come simbolo di amore sacrificale. Passo dopo passo, inizia il cammino della croce. E non perché costretto dagli altri, ma per amore verso di noi, mostrandoci l’esempio dell’amore che si dona.
Riflessione: Di solito, il male non si ferma ai primi attacchi. Oltre alle accuse, alle calunnie e alle parole di disperazione, possono arrivare anche difficoltà fisiche indesiderate. Anche se lo spirito è forte, il corpo è debole… Sentendo il dolore fisico, la persona diventa vulnerabile e sorge inevitabilmente la domanda: “Ce la farò?” Le forze del male insinuano fantasie esagerate, poi si avvicina la paura, e qualcosa dentro di noi sembra bloccarci, paralizzarci. Così arriva la disperazione e nel profondo dell’anima urliamo: “Che orrore, cosa sarà di me adesso?”
L’esempio di Cristo, che accetta un peso ingiusto, mostra quanto sia importante affrontare le difficoltà con amore e con speranza in Dio. Se vuoi percorrere la via dell’amore sacrificale, non devi farti condizionare dalla tua immaginazione o dalla paura, perche ti impediranno di fare anche un solo passo.
Preghiera: Signore Gesù, aiutaci ad accettare con fiducia le nostre difficoltà e quelle che ci vengono imposte, e a considerarle come strumenti di salvezza. Amen.
Gesù, mi fido di te Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
3. Gesù cade per la prima volta sotto il peso della croce e si rialza
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Gesù cade sotto il peso della pesante croce, ma non cade per mancanza di volontà di continuare questo cammino di amore che si dona. Alza lo sguardo e vede i cieli. Si rialza da solo e solleva la croce.
Riflessione: Quando cominci a camminare sulla strada del sacrificio e dell’amore, puoi sentire il peso della tua decisione. Con le prime difficoltà arrivano le tentazioni. L’entusiasmo per i buoni propositi comincia a svanire. Il fervore del sacrificio si affievolisce. Subdolamente si insinuano altre emozioni. Nel cuore nasce un’indignazione che si trasforma in rabbia e poi in avversione verso quelli per i quali stai soffrendo. Perché, dopo tutto, queste sofferenze sono colpa loro! Questi pensieri possono essere paragonati a un inciampo, e in alcuni casi persino a una caduta. È proprio in questo momento, quando cadiamo, che la scelta torna a noi. Cosa fare: fermarsi o continuare?
L’esempio di Cristo ci mostra che dopo una caduta possiamo rialzarci e continuare la nostra missione, confermando la nostra scelta. Quando sembra che non avremo più forze, è importante ricordare che la vera forza non sta nell’evitare le cadute, ma nel rialzarsi, ponendo la nostra speranza in Dio. La nostra vocazione è quella di staccare gli occhi dalla terra e alzarli verso il cielo, cercando aiuto dall’alto.
Preghiera: Signore Gesù, aiutaci a non cedere ai pensieri e alle emozioni negative nei momenti di difficoltà, ma donaci la forza di rialzarci e continuare a portare la croce con fede, sapendo che sarai sempre accanto a noi, con la speranza che ci aiuterai. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
4. Gesù incontra Sua Madre
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Gesù incontra Sua Madre. Questo incontro non era previsto, ma molto desiderato. Il Figlio non si era allontanato da Sua Madre, e la Madre desiderava ardentemente vederLo. Vederlo proprio così, stare con Lui proprio in quel modo. Lei custodiva nel cuore che un giorno questo sarebbe accaduto.
Riflessione: Incontrare i propri cari, gli amici, la madre nei momenti difficili della vita, quando il dolore è forte, può essere una situazione spiacevole, e a volte anche fonte di vergogna. Cosa c’è da vantarsi? Dai un dolore a chi ti ama? A chi desidera solo il meglio per te? A chi sperava che tutto sarebbe andato bene… E tu… hai fatto la tua scelta, la scelta della croce! E adesso? Si vorrebbe chiudere gli occhi e non vedere nessuno, rinchiudersi in se stessi e sopportare questo dolore da soli.
L’esempio di Cristo ci mostra che anche nelle situazioni dolorose e difficili non dobbiamo nascondere le nostre debolezze, specialmente davanti ai nostri cari. Non dobbiamo evitare il sostegno dei nostri familiari. Il loro amore è la forza che può aiutarci a superare le situazioni più difficili della vita e rafforzarci nella speranza. Incontrando Sua Madre sulla via della croce, Gesù ci svela che il vero amore non ha paura del dolore, non fugge, non si nasconde dagli altri, ma accoglie chi vuole starci vicino, specialmente nei momenti più difficili.
Preghiera: Signore Gesù, aiutaci a non nascondere i nostri sentimenti quando soffriamo, a non rifiutare la presenza dei nostri cari e amici. Insegnaci ad aprirci a loro, anche quando siamo imbarazzati o soffriamo, per accogliere il loro amore. È l’amore la luce che ci aiuterà a passare attraverso l’oscurità senza cedere alla disperazione. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
5. Gesù accetta l’aiuto di Simone di Cirene per portare la croce
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Gesù continua il Suo cammino, sentendo sempre di più il peso della croce. Tutti si fermano. Qualcuno tra gli anziani ordina a Simone di Cirene di prendere la croce. Gesù non rifiuta l’aiuto, lo accetta. Permette a tutti di far parte della Sua missione salvifica. Proprio in quel momento si è potuto dire: “Portiamo la croce insieme”.
Riflessione: Ognuno di noi ha difficoltà e sofferenze nella vita. A volte sentiamo che il peso è troppo e ci esaurisce. Ma arriva la tentazione di mostrare eroismo, specialmente davanti agli altri. Arriva il desiderio orgoglioso di contare solo su se stessi, di non chiedere aiuto e di rifiutare qualsiasi sostegno da parte degli altri. “Ce la farò! Farò tutto da solo! Non voglio essere in debito con nessuno.” In realtà, è l’orgoglio che non ci permette di mostrare le nostre debolezze e di accettare l’aiuto degli altri. L’autoconvincimento: “Ce la farò! Sono forte! Lo mostrerò a tutti!” ci esaurisce ulteriormente. Una persona che si crede un super uomo alla fine si stanca, si esaurisce, e cosa succede allora?
L’esempio di Cristo ci ricorda che accettare l’aiuto degli altri è un atto di umiltà e apertura all’unità con gli altri. Accettare aiuto non è segno di debolezza, ma testimonianza della nostra natura umana e della nostra imperfezione, ed è un’apertura al sostegno che Dio ci manda attraverso gli altri. Non siamo onnipotenti, ma unendoci con gli altri mostriamo la nostra forza. Nella condivisione del peso, portando insieme la croce, possiamo rinnovare le nostre forze e rafforzare la speranza, perché nessuno deve restare solo nelle sue difficoltà. Questo esempio di Simone ci mostra ancora una volta che Gesù, pur essendo Dio, sapeva essere uomo! E noi?
Preghiera: Signore Gesù, Ti ringraziamo per il Tuo esempio, quando non hai rifiutato l’aiuto di una persona e così ci hai mostrato quanto sia importante accettare l’aiuto degli altri. Aiutaci a non avere paura di riconoscere quando abbiamo bisogno di aiuto e ad essere aperti ad esso, come Tu sei stato aperto all’aiuto di Simone. Insegnaci a portare insieme i pesi della vita, affinché, attraverso il nostro esempio di unità nelle difficoltà, possiamo dare testimonianza a chi soffre per l’orgoglio e a chi, esausto, si è spinto fino alla disperazione. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
6. Gesù accoglie lo sguardo di Veronica e lascia il Suo sguardo sul fazzoletto
Adorazione: Gloria a te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a te.
Veronica, una giovane ragazza, cercò di aiutare Gesù a rendere più lieve il Suo cammino di sofferenza asciugandoGli il volto con un fazzoletto. Si avvicinò e cercò di guardarlo negli occhi. Cosa cercava negli occhi di Lui? Cosa si leggeva in quelli di lei? Forse c’era una domanda? O forse molte domande…
Riflessione: Ogni persona su questa terra ha domande diverse, soprattutto un giovane. Quando vedi la sofferenza degli innocenti, quando vedi l’ingiustizia, quando vedi come il male rovina la vita, la tua visione della vita cambia e sorgono domande, molte domande.
La mancanza di risposte vere non porta solo tristezza, ma anche disperazione. Alle delusioni ti rispondono: “Perché è sempre stato così e sempre lo sarà! È la vita e non la cambierai… non perdere tempo a pensarci!” Queste “risposte” ti deprimono ancora di più e lasciano più dubbi. In tanti giovani ciò spegne l’interesse per la vita, perché non vedono il senso di una vita così ingiusta e crudele.
Cristo ci dà un esempio, Lui non ha nascosto il Suo sguardo. Lui ha risposte, risposte vere, risposte autentiche. Guardò Veronica con uno sguardo di speranza. E poi lasciò la Sua risposta nell’impronta sulla stoffa, affinché ognuno potesse incontrare i Suoi occhi pieni di speranza. Affinché ognuno fosse rafforzato dalla forza di Dio e potesse guardare la vita in un modo nuovo, con uno sguardo di speranza.
Non chiudiamo gli occhi di fronte a questo mondo, dobbiamo essere coraggiosi e vederlo per quello che è. E, allo stesso tempo, non abbassiamo il nostro sguardo per la disperazione, ma ricordiamoci che abbiamo sempre la possibilità di guardare un’icona, di guardare coloro che hanno lo sguardo di Cristo, per vedere la luce della speranza. Questo ci aiuterà a non deluderci a causa di nessuno e di niente, ma, al contrario, a sperare in un mondo migliore.
Preghiera: Signore Gesù, ci hai lasciato il Tuo sguardo di speranza affinché non periamo nell’oscurità di questo mondo. Aiutaci a cercare la luce del Tuo amore in ogni prova, affinché non ci arrendiamo nelle difficoltà. Donaci la forza della speranza, per non voltare gli occhi, ma per avere il coraggio di guardare coloro che hanno perso il senso della vita e condurli a Te, Luce Inestinguibile dell’Amore. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
7. Gesù cade per la seconda volta sotto il peso della croce e si rialza
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Dopo i toccanti incontri con Sua Madre, Simone e Veronica, Gesù inciampa e cade ancora davanti a tutti. Colui che, portando il Suo peso, cercava di sostenere gli altri, proprio ora cade, finendo disteso a terra.
Riflessione: Ognuno di noi nella vita ha alti e bassi. E ciascuno vive questi alti e bassi in modo diverso. Per tutti la caduta è una situazione spiacevole, specialmente quando ci si aspetta da noi un esempio perfetto, un comportamento irreprensibile, l’infallibilità e la perfezione anche nella sofferenza. E poi arriva la caduta, seguita subito da sguardi critici, sorrisi malvagi. E adesso?
In realtà, la vita non è fatta solo di cadute. Le cadute sono solo una parte del nostro cammino. Ciò che è importante è quello che accade dopo: ci si rialzerà o è una situazione senza speranza?
L’esempio di Cristo ci mostra che il cammino può e deve essere continuato. La Sua seconda caduta non segnò la fine. Lui si rialzò, proseguì nonostante il dolore, la sconfitta e gli sguardi degli altri. Il Suo esempio ci invita a non concentrarci sulla nostra caduta, ma piuttosto a rivolgere i nostri pensieri a Dio: “Signore, cosa devo fare ora? Aiutami a rialzarmi!”
Gesù è sempre pronto a tendere la mano affinché ci rialziamo e continuiamo il nostro cammino. Egli ci ricorda che la speranza è quando c’è un proseguimento, mentre la disperazione è quando crediamo che sia tutto finito.
Preghiera: Signore Gesù, quando cadiamo, quando sentiamo gli sguardi sprezzanti degli altri, quando arriva la tentazione di gettare tutto e restare a terra, aiutaci a rialzarci. Dacci la forza di credere che anche nelle nostre imperfezioni, nelle nostre cadute, c’è speranza e la possibilità di risollevarci. Che le nostre debolezze e sconfitte non sono la fine, ma solo un nuovo inizio. Ci fidiamo di Te. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
8. Gesù incontra le donne di Gerusalemme, ma non accoglie il loro grido
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Gesù, sulla via del Calvario, incontra le donne di Gerusalemme, venute a piangere davanti a Lui. Gesù non accetta il loro comportamento pietoso, non accetta le loro lacrime e le invita a piangere per se stesse e i loro figli.
Riflessione: Nel tempo della sofferenza, la cosa di cui una persona ha meno bisogno è che qualcuno la compatisca, pianga per lei e drammatizzi la sua condizione. Il pianto e il lamento non mostrano segni di vero sostegno e non rafforzano nella speranza. Al contrario, suscitano tristezza e disperazione. La fine non è ancora arrivata, ma attraverso il pianto si riconosce già la situazione senza rimedio e la rovina.
L’esempio di Cristo ci insegna a non fermarci a compiangere coloro che sono già nel deserto della disperazione e piangono la loro impotenza e la loro miseria. Gesù invita queste donne al pentimento per se stesse e i loro figli, affinché non ripetano i peccati delle generazioni precedenti.
Anche noi dobbiamo pentirci per poter sostenere gli altri sinceramente. Il nostro cuore deve essere pieno della grazia di Dio per poterla condividere con chi soffre. Stiamo vicini solo per rafforzare gli altri nello spirito di speranza. A volte è sufficiente la presenza silenziosa, uno sguardo gentile, un abbraccio o una parola di incoraggiamento per consolare chi sta soffrendo, affinché possa trovare speranza e dire: “Non sono più solo, non sono più sola. Siamo insieme.”
La speranza è quando la tua presenza eleva al cielo e non spinge invece negli abissi della disperazione.
Preghiera: Signore Gesù, ci pentiamo di non essere sempre riusciti a sostenere gli altri, a volte essendo noi stessi portatori di tristezza. Riempici con il Tuo Spirito Santo, affinché possiamo sostenere correttamente, sia con le parole che con le azioni. Affinché la persona che soffre, riponendo la sua speranza in Te, possa conoscere la Tua forza divina. Signore, liberaci da tutti i peccati di disperazione e tristezza e aiutaci a diventare testimoni di speranza. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
9. Gesù cade per la terza volta sotto il peso della croce e si rialza
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Gesù cade per la terza volta e vede il Golgota, il luogo della Sua esecuzione. La prima caduta, poi la seconda e ora la terza. Quante altre ne seguiranno? Si rialza e continua il Suo cammino, il cammino verso la gloria.
Riflessione: La stanchezza arriva anche dalle cadute. Ogni caduta la percepisci come una sconfitta, come un fallimento, e questo ti scoraggia. Ti chiedi di nuovo: “Vuoi ancora continuare il cammino? Forse questa sarà l’ultima caduta della tua vita. Forse sarebbe meglio restare a terra, non sollevare più lo sguardo.”
Così vengono le tentazioni di non andare avanti, di arrendersi e fermarsi. Tanto, tutto finirà comunque con la morte. Si, ma con quale morte?
E poi le tue esperienze negative ti confermano: “Se ti rialzi, significa che le cadute potrebbero ripetersi e il dolore aumenterà ogni volta”. In quei momenti, la ressegnazione si presenta come una via di scampo, come il modo più facile per evitare il dolore. Ma non è forse un inganno?
L’esempio di Cristo ci mostra che anche al limite dell’esaurimento delle ultime forze c’è sempre la possibilità di rialzarsi e andare avanti. Gesù ha visto il Golgota e sapeva che lì era il luogo della Sua morte, ma allo stesso tempo anche il luogo della glorificazione dell’Amore di Dio.
Si è rialzato perché vedeva la meta, perché lì c’era il compimento della speranza.
Chi si fida di Dio continuerà il suo cammino fino alla fine, non temerà le cadute successive, non si affiderà al passato, perché rimarrà fedele a Dio e alle Sue promesse.
Preghiera: Signore Gesù, quando le forze ci abbandonano e sentiamo che non possiamo più andare avanti, aiutaci a trovare in Te nuova forza per rialzarci e resistere fino alla fine. Crediamo e vogliamo sentire che Tu sei sempre accanto a noi, perché in Te speriamo, per arrivare fino alla fine, fino alla gloria eterna. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
10. Gesù dona i suoi vestiti, dona tutto
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Ecco il luogo dell’esecuzione. A Gesù tolgono i vestiti, tutto gli viene tolto. Lo dividono tra loro. Si compiono le parole del Salvatore: “Se qualcuno vuole prendere il tuo mantello, non ti opporre”. Gesù rimane senza nulla. Ora è libero da ogni cosa, da ogni bene terreno.
Riflessione: Gesù dà tutto, anche l’ultima cosa materiale che possedeva. Non si aggrappa a nessuna ricchezza terrena, perché la Sua vera ricchezza è l’amore del Padre.
Le diverse prove che incontriamo nella perdita dei beni materiali ci ricordano che la vera libertà arriva quando siamo pronti a lasciare andare il mondo e a fidarci di Dio, accogliendo il cielo. A volte temiamo di perdere cose in questo mondo: denaro, reputazione, comodità. Accumuliamo, perché pensiamo sempre alla sicurezza della nostra vita: “Cosa ci succederà se la situazione peggiora?” Alcuni sono così attaccati alle cose materiali che non riescono nemmeno a immaginare la propria vita senza di esse. E quando accade qualcosa di indesiderato arriva una crisi, una grande crisi!
Quello che mi dava gioia e un senso di felicità, ora diventa la causa della mia disperazione e infelicità…
L’esempio di Cristo ci mostra che una vita vissuta senza attaccamenti ai beni materiali e con fiducia in Dio è la strada per il Paradiso, che inizia già qui sulla terra. Gesù ci invita a condividere con gioia, a donare, a non temere di perdere, testimoniando che Dio è la nostra più grande ricchezza. Dobbiamo mettere la nostra speranza in ciò che è immortale, e così la speranza non morirà mai.
Preghiera: Gesù, Ti ringraziamo per tutti i beni terreni che ci hai dato, fa’ che sappiamo mantenere la libertà da essi. Aiutaci a essere pronti a condividere, sacrificare e donare ciò che abbiamo. Proteggi il nostro cuore affinché non sia attaccato ai beni terreni, ma sia pieno di fiducia in Te.
Gesù, confido in Te.
Gesù, rafforzami nella speranza.
11. Gesù stende le mani e viene inchiodato sulla croce
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
A sorpresa di tutti, Gesù si stende sulla croce senza costrizione e posa le Sue mani sul duro legno. Tutti si meravigliano sempre più del Suo comportamento. Mai hanno visto in un condannato a morte una tale pace e un tale amore. Gesù non nasconde il Suo dolore, ma accetta tutto con serenità.
Riflessione: Tra noi ci sono coloro che ogni giorno sperimentano la presenza della croce e hanno perso la speranza di liberarsene. La croce può venirci da cattive abitudini e dipendenze, dal carattere, da malattie incurabili, peccati ricorrenti, vari doveri. Ogni giorno e in ogni situazione ci sentiamo quasi “inchiodati” a queste realtà, senza riuscire a liberarci. Allo stesso tempo, la tentazione ci tormenta: “Non ce la farai! Sei senza speranza”. È una vera battaglia spirituale che si svolge nel cuore e può durare a lungo. Una malattia dell’anima o del corpo prolungata e persistente indebolisce le forze, cancella i sogni, mina persino la speranza e mette alla prova la fede. Quando arriva la stanchezza di pregare e di aspettare, si insinua la disperazione, seguita dalla morte spirituale.
L’esempio di Cristo, inchiodato al legno della croce, ci mostra la scelta del giusto: anche nella sofferenza più grande si possono trovare segni di speranza, segni della presenza di Dio. Un Dio che non abbandona coloro che sopportano la sofferenza con fiducia. Un Dio che non si stanca mai di perdonare, sostenere e consolare. Cristo ci ricorda che ci troviamo costantemente davanti a una scelta: cadere nella disperazione e soffrire nei nostri tormenti, oppure accettare tutto con fiducia in Dio e vivere nella speranza.
Preghiera: Signore Gesù, inchiodato alla croce, rafforza tutti coloro che soffrono a causa di malattie dell’anima e del corpo. Fa’ che sentano la Tua presenza nel loro dolore, dona loro la forza della perseveranza e la pace nel cuore. Aiutali a trovare la luce della speranza anche dove non la vedono. Possa la nostra fiducia in Dio rafforzarsi nelle Tue mani tese, che ci ricordano l’abbraccio del Tuo amore sacrificale.
Gesù, confido in Te.
Gesù, rafforzami nella speranza.
12. Gesù esala l’utimo respiro e muore sulla croce
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Ultimo sguardo al cielo, ultimo battito del cuore, ultimo respiro – e tutto si ferma.
Il corpo del Figlio di Dio, ormai senza vita, pende sulla croce, avendo conosciuto la morte come ogni corpo umano.
Ma dov’è il miracolo? C’erano quelli che stavano lì, aspettando e sperando che Gesù scendesse dalla croce per poter credere in Lui.
Eppure, il miracolo è avvenuto. Il Figlio di Dio è sceso dalla croce, ma non nel modo in cui lo immaginavano. È sceso compiendo la volontà del Padre fino alla fine:”Padre, nelle tue mani affido il mio spirito.”
Il miracolo si è compiuto e il centurione conferma: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”
Riflessione: Molto spesso, la delusione nasce dalle nostre aspettative: l’immaginazione del futuro, le illusioni personali e la convinzione ostinata che tutto debba accadere secondo i nostri schemi. Non è sorprendente, allora, che tante persone rimangano deluse e scoraggiate, sussurrando: “La speranza è l’ultima a morire.” Ed è vero, ma è la “loro speranza” che muore. Muore perché era fondata su aspettative umane e sogni effimeri, frutto della loro immaginazione.
Se ci uniamo a loro in questo pensiero, smetteremo di credere che il dono di Dio è eterno.
L’esempio di Cristo ci mostra che la vera speranza non muore mai, perché non si basa sulle nostre aspettative, ma sulla volontà di Dio e sulle Sue promesse.
Sì, Gesù è morto, ma la Sua morte non è stata una sconfitta, né la fine di tutto – è stata l’inizio della vittoria della vita sulla morte. Egli ha affidato il Suo spirito al Padre, perché sapeva che per Lui non era la fine, ma il passaggio.
Quante volte anche noi sperimentiamo la “morte” delle nostre speranze?
Quando i nostri piani crollano, quando la vita non va come avremmo voluto. È proprio allora che Dio ci invita ad affidargli tutto – le nostre aspettative, i nostri sogni, le nostre paure. Perché solo chi si fida completamente di Lui riceverà la vera vita.
A volte sembra che tutto sia finito, che le tenebre abbiano vinto. Ma guardiamo a Cristo: proprio lì, nel momento della Sua morte, è iniziata una nuova storia. La storia in cui il luogo della morte è diventato il luogo della Sua gloria.
E lo stesso accadrà nella nostra vita, se affideremo a Lui le nostre speranze “perdute”. Perché, in realtà, la speranza non muore mai, sono solo le nostre illusioni e delusioni a morire. Chi confida in Dio, sarà condotto da Lui, anche attraverso le cadute e la morte, alla grande gioia della Risurrezione.
Preghiera: Signore Gesù, nell’ora della tua morte ti sei affidato completamente al Padre.
Insegnaci a non aggrapparci alle nostre idee sul futuro, ma a fidarci di Te. Donaci la forza di affrontare la morte delle nostre delusioni senza cadere nella disperazione. E quando i nostri progetti crolleranno, aiutaci a rimanere aperti ad accogliere il Tuo Amore e la Tua Divina Provvidenza. Fa’ che nei nostri cuori la speranza non sia la nostra, ma la Tua – eterna, viva, vittoriosa, immortale. Amen.
Gesù, confido in Te.
Gesù, rafforzami nella speranza.
13. Il corpo di Gesù viene deposto dalla croce e avvolto in un lenzuolo
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Dopo la morte del Salvatore, calarono l’oscurità e un silenzio strano. Alcuni non sapevano cosa fare e come comportarsi, mentre altri rendevano omaggio al defunto. Restavano lì, fissando la fonte della speranza, anche se non capivano nulla. Tra loro c’erano Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Neppure loro comprendevano il senso di tutto ciò, ma decisero di fare ciò che possiamo chiamare un atto di speranza: onorare il defunto. Secondo la tradizione, avvolsero il corpo in un lenzuolo e lo deposero in una tomba nuova scavata nella roccia. In quel momento alcuni fuggirono, mentre altri tornarono a casa smarriti e, come risveglianodosi da un incubo, cominciarono a battersi il petto con pentimento.
Riflessione: Ci sono momenti nella nostra vita in cui non comprendiamo il disegno di Dio. Quando le nostre preghiere sembrano inascoltate, quando tutto va diversamente da come ci aspettavamo. Quando le nostre speranze crollano e il cuore si riempie di smarrimento. Proprio allora è fondamentale non fermarsi, non cadere nella disperazione, ma fare il passo successivo: compiere un’opera buona, offrire un gesto di sostegno e speranza. La fede non è sempre comprensione, ma è sempre fiducia nell’agire, anche nel buio dell’incertezza.
L’esempio di Giuseppe e Nicodemo ci ricorda che nella vita spirituale dobbiamo continuare a credere anche quando la ragione non riesce ad accettarlo. Credere che la morte non è la fine. Quei discepoli, pur non essendosi mai manifestati come tali, avevano sempre ascoltato il Maestro, e ora il Suo insegnamento li spingeva a un atto coraggioso: rendere omaggio al Figlio di Dio e dichiarare la loro fede in Lui. La speranza nasce dalla fede, e la fede si rafforza attraverso la speranza.
Ancora un po’ di tempo e quel lenzuolo e quella tomba diventeranno testimoni dell’amore sacrificale di Gesù e della gloria di Dio nella Risurrezione.
Preghiera: Signore Gesù, donaci la forza di rimanerti fedeli anche quando non comprendiamo la Tua Divina Provvidenza. Parlaci e insegnaci a fidarci della Tua parola, affinché nei momenti di crisi spirituale possiamo continuare a fare ciò che Tu ci hai insegnato. Aiutaci a non fermarci per paura o incomprensione, ma a compiere ciò che possiamo in questo momento, sapendo che Tu ci condurrai a ciò che hai preparato per noi, ciò che l’occhio non ha visto e l’orecchio non ha udito. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
14. Il corpo di Gesù viene deposto in un sepolcro nuovo fino alla Risurrezione
Adorazione: Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza, gloria a Te.
Il corpo di Gesù viene deposto nella tomba e l’ingresso sigillato con una pietra. È il momento dell’oscurità assoluta, quando sembra che tutte le speranze siano morte con Lui. C’erano delle donne che stavano lì a osservare dove lo avevano posto. Quaranta giorni prima della Sua crocifissione, Gesù aveva parlato della Risurrezione. Se non lo ricordavano, allora non c’era nulla da aspettare, ma se lo ricordavano la loro attesa era un’attesa nella speranza.
Nel frattempo, Dio agiva, trasformando il luogo del dolore e del pianto in un luogo di trionfo della Sua potenza. L’inferno tremò e si frantumò, poiché non poteva più trattenere nelle sue catene le anime dei giusti. Adamo ed Eva furono liberati, insieme agli altri giusti che attendevano nella speranza il compimento della promessa di liberazione. E tutti esultarono di gioia.
La speranza cristiana non è semplice ottimismo umano o il desiderio che tutto vada per il meglio. Essa si fonda sulla fedeltà di Dio alle Sue promesse, e si realizza nella nostra attesa fiduciosa.
Riflessione: Spesso, anche nella nostra vita, arrivano momenti in cui tutto sembra finito, le porte si chiudono e l’oscurità sembra soffocare la luce. Ma Dio agisce, anche quando ci sembra di trovarci in una situazione senza speranza. Nei momenti di crisi spirituale, dobbiamo essere attenti alla Sua Parola e alle Sue promesse. Se siamo stati sordi alla Sua voce e non abbiamo conservato nulla nel nostro cuore, cosa potremo mai aspettarci?
Ognuno di noi ha le proprie “tombe”: momenti di dolore, di perdita, di apparente fine senza speranza. Le sigilliamo con una pietra perché crediamo che nulla possa più cambiare. Ma Dio non è forse più forte della morte? Non è forse Lui che ha promesso la vita oltre la morte e realizzato il compimenta della Sua promessa?
L’esempio delle donne discepole di Cristo e degli apostoli ci mostra che, anche nei momenti più difficili, è importante rimanere fedeli al Signore. Nei loro cuori viveva la speranza, alimentata dalla Parola che avevano udito. Questa speranza è stata premiata con la gioia della Risurrezione. Alcuni sono fuggiti per paura, ma altri sono rimasti in attesa.
Le promesse di Dio si realizzano sempre, e anche l’oscurità più profonda cede il passo alla luce della Sua gloria. Ed è così che è accaduto: Egli ha vinto la morte ed è risorto, proprio come aveva promesso!
Preghiera: Signore Gesù, nell’oscurità del sepolcro il Tuo amore continuava ad agire. Seguendo l’esempio dei Tuoi discepoli e delle Tue discepole, vogliamo fidarci di Te anche quando davanti ai nostri occhi c’è solo la pietra di una tomba chiusa. Vogliamo rimanere fedeli, perseverare in una speranza che non delude. Vogliamo accogliere e vivere la Tua Parola vivificante, per ricordare sempre le Tue promesse!
Tu hai vinto la morte e ci hai donato la speranza della Vita Eterna, una vita con Te.
Tu sei la vera Vita e Risurrezione, e a Te eleviamo gloria con il Padre e lo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Gesù, mi fido di Te
Gesù, rafforzami nella speranza.
Conclusione:
E così, insieme, abbiamo percorso spiritualmente questa Via Crucis, che è stata anche un cammino di speranza. Abbiamo ricordato non solo le sofferenze di Gesù, ma anche la grandezza del Suo amore sacrificale, che dà senso alla Sua speranza riposta nel Padre.
Egli si è affidato completamente al Padre e ha compiuto la Sua volontà fino alla fine, assumendo su di Sé le nostre sofferenze, la nostra croce, la pena per i nostri peccati. Ci ha lasciato un esempio affinché anche noi possiamo portare le nostre croci per la nostra salvezza.
Ha accettato di cadere, perché noi potessimo trovare il coraggio e la forza di rialzarci.
Ci ha liberati dalla solitudine, affinché non ci sentissimo mai abbandonati.
È morto ed è risorto, perché noi non avessimo più paura della morte, ma avessimo la speranza della risurrezione alla Vita Eterna.
La Via Crucis non si conclude sul Golgota: essa ci conduce fino all uscita dal sepolcro vuoto, dove è risplendente la luce della Risurrezione. Ora siamo chiamati a diventare, come i discepoli e le donne mirofore, testimoni della speranza. Siamo chiamati a essere pellegrini, aperti a nuovi cammini e a nuovi incontri, per annunciare la speranza, quella speranza che per noi è Cristo.
Preghiera
Signore Gesù, Ti ringraziamo per questo cammino percorso, per ogni Tuo passo, per il Tuo sacrificio, per il Tuo amore che ci dona una vita nuova nella speranza. Insegnaci ad affidarci completamente a Te, come Tu Ti sei affidato al Padre, ad amare i nostri fratelli come Tu hai amato noi, a portare la nostra croce con speranza, affinché essa diventi per noi salvezza.
Aiutaci:
ad essere testimoni della Tua luce là dove regna l’oscurità,
ad essere voce di speranza per chi è caduto nella disperazione,
ad essere mani di misericordia per chi è sopraffatto dal peso della vita.
Fa’ che la nostra vita sia testimonianza della nostra fede viva, che il nostro cuore sia sempre aperto a Te, e che le nostre labbra non cessino mai di annunciare la gioia della Tua Risurrezione e la speranza nella Vita Eterna. Amen.
Scritto nell’Anno Giubilare 2025